Ho provato a improntare una "sottosocietà" all'interno dell'ordinamento della Repubblica. Io ce la vedo...

La Schiavitù a Trastaar

Nella società lonita, retta così saldamente dai principi della gerarchia e del potere, non può che svilupparsi una “sottosocietà” speculare a quella della gente libera…la chiamano schiavitù!
Secondo i dettami imposti dai governatori e col benestare del clero, a Trastaar si è evoluta una rigida e molto particolare forma di schiavitù, dei veri e propri ranghi che identificano la condizione di una persona non libera, codici comportamentali imposti alla “sottosocietà”e misure restrittive inflessibili che sanciscono il netto confine tra libertà e schiavitù.

La “Sottosocietà”

Gli “Aphiréi”.
Sono comunemente noti come i servi domestici. Gli Aprirei non godono di una condizione particolarmente disagiata. Sta alla loro buona condotta conquistare la clemenza e la fredda cortesia delle famiglie che li ospitano. Non incombono sulle loro spalle grossi lavori se non la continua dedizione per la casa che servono o per i lavori di assistenza a cui vengono assegnati. Indossano abiti di color ocra, verde o marrone recanti gli emblemi o le iniziali della famiglia che servono.
Gli Aphiréi sono gli unici tra i ranghi della sottosocietà che godono del “Diritto di Benevolenza”. Non è concesso ai loro padroni infierire secondo proprio arbitrio sugli Apriréi con pene corporali. Per ogni atto criminoso imputato loro è la giustizia locale ad occuparsene.
Gli Aphiréi nascono per discendenza da altri aphirei. Sono gli unici schiavi a cui è concesso anche il “Diritto Familiaris”. Possono servire le ricche famiglie formando un nucleo famigliare a loro volta ospite. Tutta la prole nata da un nucleo di Aphiréi appartiene per diritto alla famiglia che concede ospitalità. La prole in questione dovrà infatti servire la casa che ospita il proprio nucleo famigliare.
Sono gli unici schiavi la cui compravendita è legalizzata e legittimata da veri e propri contatti tra i mercanti e le famiglie più agiate.
Sono gli unici schiavi a godere del “Diritto di Libera Notula”. Possono infatti acquisire a tutti gli effetti la libertà con il benestare della famiglia di appartenenza e previo atto espiatorio celebrato dalla chiesa di Heltar. Non hanno diritto alla libertà quegli Aphiréi la cui condotta non sia stata giudicata “eccelsa”.

I “Kaloréi”.
Sono schiavi considerati al pari di un Aphiréo, con l’unica eccezione che i Kaloréi sono dediti al piacere personale di chi ne vuole disporre. Questa piccola schiera di schiavi fungono da concubini e concubine nelle famiglie che ne concedono asilo. Non godono del “Diritto Familiaris” al pari degli Aphiréi, ma sono tutelati da quello di “Benevolenza”. E occasionalmente possono anche appellarsi al “Diritto di Libera Notula”, ma generalmente i casi in cui viene concessa loro la libertà è assai inferiore rispetto agli Aphiréi. Stando alla morale lonita infatti, i Kaloréi vengono a conoscenza dei particolari più intimi dei loro padroni, e niente è più vergognoso nei territori di Trastaar di vedere la propria vita privata spiattellata ai quattro venti. La libertà per i Kaloréi giunge solo dopo una profonda stima tra padrone e schiavo, e generalmente sempre in tarda età. Eventuale prole di un Kaloréo può essere venduta come Aphiréo o Kaloréo (qualora l’aspetto fisico sia sufficientemente appetibile per i signorotti loniti). Possono vestire abiti di ogni colore, ma generalmente sono poco succinti e a dir poco molto provocanti. I loro corpi sono cosparsi da essenze profumate, incensi e aromi afrodisiaci.
I Kaloréi non lasciano mai le loro residenze e i loro appartamenti.
Sono la classe schiava più detestata dal clero e quella che i nobili governatori difendono più energicamente.

Gli “Stagiréi”.
Sono gli schiavi che lavorano sodo senza poi molte pretese. Si occupano dei faticosi lavori nelle campagne o fungono da mano d’opera nei cantieri edilizi della Repubblica. Sono in genere al servizio della Repubblica stessa e la loro compravendita non è autorizzata. E’ possibile tuttavia garantirsi previo pagamento il prestito di alcuni Stagiréi esponendo formale domanda presso un governatore locale. Gli Stagiréi vestono abiti di poco valore, generalmente sporchi e puzzolenti. Non godono di nessun diritto particolare, se non quello di essere promossi per buona condotta al rango di Aphiréi.

I “Teloréi”.
Sono noti come gli schiavi più infimi e spregevoli della “sottosocietà” lonita. In genere sono schiavi di guerra o criminali i cui reati sono stati giudicati inespiabili. Appartengono per status alla Repubblica e solo i governatori e le famiglie nobili hanno diritto di disporne liberamente. Sono assegnati ai lavori più pesanti e faticosi; la loro vita non è che paragonabile a quella di un misero animale. In genere lavorano al di fuori dei territori urbani, lontani dagli sguardi della società bene. Dedicano la loro breve vita al lavoro delle miniere, bonificando zone paludose o estraendo sale dalle saline costiere.
Non sono tutelati da nessuna legge. Sono soggetti a continue pene corporali e nessun organo giudiziario si occupa degli interessi di questo basso rango di schiavi. Nemmeno il reato di omicidio perpetrato nei confronti di un Teloréo è punibile dalla legge. Vivono permanentemente con pesanti manette ai polsi e sono marchiati a fuoco con il simbolo dei Teloréi.
Un Teloréo ha come unica possibilità di sfuggire alla sicura morte per i lavori estenuanti quella di compiacere un’autorità governativa e essere insignito del grado di “Stagiréo”.

X Amedeo...aihmè...dovresti leggere anche questo!!

Fatto! ^___^