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 La Città di Firav 
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Messaggio La Città di Firav
Con questo (lungo) post, c'è la Storia di Elemar, Paladino di Eraistos.
Posto il tutto qui per farvi vedere il lavoro fatto su Firav, che svilupperò probabilmente per inglobbare la Cordiera di Rame nelle sedute di sviluppo drakkeniano in futuro.



Storia: Elemar Brariv nacque nella città di Firav, città santa nella Cordiera di Rame (catena montuosa che ottiene il suo nome dal colore rame che sembra avere nei caldi giorni d’estate).
Il padre, Zelor Brariv, morì quando Elemar aveva 15 anni, in una delle tante battaglie contro gli Ogre contro i quali gli umani combattevano incessantemente per la propria sopravvivenza.
Zelor era un soldato delle Rocce Appiedate (gruppo di fanteria pesante della città), e morì coprendo la ritirata della sua gente (insieme al suo battaglione), durante un attacco degli Ogre contro una miniera di Ferro che Firav cercava in tutti i modi di mantenere. Zelor Brariv era un uomo prudente e saggio, di poche parole.
La presenza del padre, e i suoi consigli, durante i primi anni di servizio militare di Elemar temperò il suo carattere, spingendolo a non trascurare altri interessi fondamentali, come la conoscenza e lo spirito decisionale in battaglia.
La madre, Silvia Felsi, visse più a lungo, morendo di malattia 1 anno fa. Silvia faceva parte del gruppo di Senith (un raggruppamento di soldatesse con allenamento speciale). Data la loro specificità, le Senith erano poche utilizzate in battaglia nei monti, se non in situazioni d’emergenza, ed infatti molte donne, dopo un periodo minimo di servizio militare (5 anni), tornavano alle proprie case per servire meglio il proprio popolo e la loro famiglia, o la propria chiesa. Silvia fu infatti una di queste ultime, e servì la propria città come sacerdotessa di Eraistos.
Da sua madre, Elemar ottenne una maggior convinzione del suo ruolo, e delle proprie capacità.

Per il ruolo di sua madre, Elemar fu cresciuto presso il Tempio, con altri bambini nella sua stessa situazione. Fu rapidamente chiaro agli occhi dei sacerdoti che Elemar aveva la vocazione.
Una vocazione speciale, in quanto fu rapidamente chiaro che la sorte della propria gente era cara ad Elemar, e che avrebbe in qualunque momento cercato di aiutare il prossimo.
Il clero era compiaciuto, soprattutto vedendo che Elemar aggiungeva a queste doti anche la voglia di migliorare la propria cultura e conoscenze teoriche (anche di guerra) in lunghe letture nella biblioteca del Tempio.

Gli anni passarono, e durante il servizio militare Elemar manifestò una serie di poteri che non potevano essere altro che il diretto risultato dell’approvazione di Eraistos verso il promettente giovane. Il clero riconobbe i segni premonitori della nascita di un Paladino, ed infatti alla piena maturità (militare) di Elemar (a 14 anni), i poteri del giovane guerriero si erano manifestati appieno.
Da questo momento in poi, Elemar fu monitorato costantemente, sia per curiosità (mai prima d’ora si erano visti i segni della via del paladino in Firav), sia per preoccupazione (benché fosse chiara la benedizione di Eraistos verso Elemar, i precetti piuttosto concreti della religione non erano i più canonici per accogliere a braccia aperte un Paladino).

Durante gli anni seguenti, Elemar fu tenuto quando possibile lontano dalle missioni pericolose (il clero non voleva rischiare la sua perdita). Non è chiaro se Elemar si accorse o meno di questo atteggiamento protettivo nei suoi confronti. È chiaro però che non si considerava speciale in confronto alla gente normale, per lui tutte le persone nascevano belle e uniche. L’unicità che molti vedevano in lui non era più importante, per lui, di altre capacità o qualità che si potevano vedere nel falegname della Piazza della Vittoria (che ogni domenica organizzava piccole lezioni di falegnameria per i bambini, per divertimento), o nella dedizione di una donna che andava, ogni mattina, a lavare i panni delle famiglie del suo vicinato.
Il tempo sotto l’ala protettiva del clero, Elemar lo usò per conoscere meglio la sua gente, e quando possibile aiutarla nei suoi problemi quotidiani.
Arrivò un momento dove Elemar però richiese un ruolo più attivo nell’esercito di Firav. Visto che sarebbe stato difficile fare progredire Elemar ancora per molto nelle mura della città, e visto che il rango di Elemar gli permetteva di ottenere per legge quello che richiedeva, il clero accettò, e pregò per la sua incolumità.
Il fervore di Elemar, però, non causò problemi nelle missioni militari. Anzi. Il Paladino risultò un abile e freddo stratega, rispettoso della catena di commando, e attento soprattutto ai soldati sotto la sua responsabilità.
Di conseguenza, per il primo anno, Elemar si limitò ad osservare e ad appoggiare altri comandanti nelle azioni militari, mentre apprendeva a conoscere sempre di più i soldati attorno a lui (come aveva fatto con la gente della città in un primo momento).
Negli anni seguenti, Elemar provò la gioia e il dolore del suo compito. Le battaglie vinte, la morte di alcuni compagni, salvare delle vite, ecc.
Elemar migliorò durante questi anni le proprie capacità difensive. In casi di pericolo, infatti, il Paladino era spesso il primo a muoversi per proteggere i propri compagni, infondendo loro sicurezza e calma anche nelle situazioni più critiche.

Alcune altre note da background:
Esercito: L'esercito di Firav comprende, in realtà, in linea teorica, quasi tutta la popolazione. Ciononostante, raramente più di 2.000 persone sono in servizio ufficiale in un dato momento (questi dati non includono l'allenamento, e altri eventi simili), un numero comunque enorme.
Dovuto alla storia, alla società, e il posto, ogni soldato nell'esercito, una volta finito l'allenamento, è di 2° livello. I comandanti di plontone sono di 5° livello e sono all'incirca 30. Sopra di loro ci sono poche persone, a livello militare, anche perché spesso alcuni di questi ruoli vengono coperti direttamente dal clero.

Clero: è importante capire che qui siamo di fronte ad un clero guerriero. I sacerdoti sono "incoraggiati" a partecipare alle missioni... E combattere con il loro plotone.
Notare che il clero non deve sempre combattere con i propri soldati, le alte cerchie possono decidere dove meglio collocare i propri sottoposti, ma non c'è un prete che lascia passare troppo tempo tra una missione e un'altra.
Il clero ha comunque perso di vista la visione globale di Eraistos (quella di partecipare alle guerre), in quanto preoccupata principalmente per la sopravvivenza di Firav.
L'altra ricerca del clero (la prima è quella di fondare un altra città) è attinente a ricuperare le antiche conoscenze (in termini di allenamento militare) per ottenere soldati ancora più esperti, ma finora tale ricerca è stata vana.

Senith: mentre teoricamente è possibile che una donna si arruoli nell’esercito regolare, in pratica ciò non avviene mai. Le soldatesse seguono tutte la via delle Senith. L’addestramento è speciale, e le radici si perdono nella storia.
Una Senith è specializzata nel combattimento contro umani maschi, e contro i non morti. Contro queste categorie di avversari, l’efficienza di un plotone di Senith è impressionante, e di gran lunga superiore ad un plotone di soldati maschi con la stessa esperienza.
Ciò va però a discapito della versatilità, in quanto contro altri avversari, le Senith non sono particolarmente allenate, ed infatti vengono usate solo in casi di urgenza o di necessità.

Rocce Appiedate: nella storia, si dice che questo battaglione sia stato un ramo di un altro battaglione, anche se il nome di questo altro battaglione si sia perso col tempo. Di sicuro, il ruolo a livello militare è rimasto lo stesso: quello di fanteria pesante, se non, a volte, ultra-pesante. Vista la natura montuosa del posto, sono poche le Rocce Appiedate, e sono usate piuttosto come unità in difesa della città, o per presidiare un punto di interesse strategico. Questo può però rivelarsi rischioso, vista la poca mobilità dell’unità, in caso di ritirata.

Firav: città santa fortificata di circa 6.000 anime, che segue Eraistos, Dio della Guerra. Le origini del popolo, dimenticato da tutti nelle montagne, si perdono nel tempo. Di certo, se una città può sopravvivere in una zona ostile, questa è Firav. Non solo per l’ottimo livello tecnologico delle fortificazioni, ma per la società in se, molto propensa a combattere per vivere. La città è infatti guidata dal clero di Eraistos, nel loro Tempio fortificato (in città).
I bambini, di qualsiasi sesso, vengono istruiti nell’uso delle armi (e armature se possibile) sin dalla più tenera età. Non si tratta di una società cinica come l’antica Sparta ; ma la via militare è predominante e la più importante (e alta a livello sociale). Chiunque, quindi, è in grado di difendersi da solo, e servire nell’esercito di Firav se necessario (come un soldato, non come milizia).
Gli uomini sono quindi prima di tutto soldati, e poi “qualcos’altro†(cioè, un eventuale mestiere). I pochi maschi che non servono in maniera frequente nell’esercito sono coloro che non possono per limiti fisici, o coloro le cui capacità sono tali da giustificare la loro assenza dai ranghi.
Le donne partecipano anche loro con voglia all’esercito, e di solito entrano a fare parte delle Senith. Vista però la situazione particolare geopolitica di Firav, molte soldatesse vengono tenute lontane dai campi di battaglia (con risultati dubbi sulla felicità della popolazione femminile ; per farsi un idea, basta pensare a Eowyn del Signore degli Anelli).
Questa attitudine volta sempre verso la battaglia è una diretta conseguenza sia del culto di Eraistos, sia ormai della cultura del popolo. Non significa che il popolo di Firav cerchi sempre lo scontro. Periodi di quiete sono sempre i benvenuti (notare però che la parola “pace†è mal vista nel vocabolario comune), è solo che il popolo abbraccia guerre / battaglie con serenità.

Situazione geopolitica: nelle Catene di Rame, Firav è sola. Almeno, cosi sembra. I più importanti scontri avvengono contro Ogre (che per ragioni di ecologia sono propensi a cacciare gli umani ; certo è che non è un compito facile con la gente di Firav), e alcune altre bande di umanoidi del posto.
Firav non è abbastanza potente per organizzare offensive definitive (soprattutto in zone montuose E cavernose), e quindi si limita, suo malgrado, alla difesa o spedizioni punitive corte e il meno rischiose possibili. Le risorse naturali sono quelle che sono, anche, ed è difficile pensare che Firav possa oltrepassare di qualche migliaio di anime la sua attuale popolazione.
Anche se la natura sociale del popolo sposa quella di nascite numerose, e anche se la città è un baluardo sicuro per le famiglie, i continui scontri e battaglie fanno in modo di mantenere la popolazione solo in lieve crescita. Le malattie sono tenute a bada, per fortuna, dal clero.
Per ora, il clero ha deciso di investire gli uomini in più in esplorazioni del territorio, per scoprire un altro luogo dove, magari, edificare un avamposto, che potrebbe svilupparsi, se Eraistos vuole, in un'altra città fortificata, in modo da non rimanere più soli in queste terre spietate.
Tale politica è stata portata avanti da diversi anni ormai, ma è un processo lento, suscettibile a ritardi e posticipi di ogni genere.

Elemar oggi: la reputazione di Elemar sta crescendo, facendolo diventare una dei militari più amati della città. Il suo rango è ancora basso, quindi detiene poco potere.
L’anno scorso, sua madre morì di una malattia, in una missione militare prolungata fuori della città. Il colpo fu duro per il Paladino, ma fu confortato da una presenza sempre più vicina del clero.
Tale presenza diventò presto soffocante, pressante, sempre a cercare di plasmare il giovane paladino secondo i propri desideri.
Vari scontri verbali furono il risultato di questi contrasti, anche se ad un occhio esterno tutto sembrava nella norma (ne il clero ne Elemar facevano pubblicità dei loro dissapori). Il clero desiderava un Elemar ai suoi ordini, che potesse fare da faro per il popolo nei momenti di bisogno, e che aiutasse Firav a superare la sua limitata area di influenza, con campagne di esplorazioni.
Elemar era di idee diverse, e indicava un'altra strada. Per Elemar, le origini del proprio popolo detenevano la chiave del loro scopo (entrambe perse), e teologicamente parlando, Firav si doveva aprire al mondo che la circondava, non solo nelle montagne, ma anche oltre. I precetti di Eraistos (e la gloria delle guerre) non potevano certo essere rispettati restando chiusi su se stessi.
Lo scontro dialettico, sempre civile, tra il clero e Elemar proseguì, ed era chiaro che non si sarebbe trovato un intesa.
Entrambi lavoravano però per il bene del popolo, e quindi la collaborazione era naturale.
Le cose cominciarono a mettersi male quando il naturale carisma (aggiunto alla reputazione) di Elemar creò proseliti nella popolazione, che cominciava ad essere, poco a poco, ricettiva alle idee del Paladino (soprattutto le donne, bloccate a casa).
Questa situazione preoccupò non poco il clero, benché in realtà Elemar non aveva intenzione alcuna di cambiare i rapporti di potere e di commando (era solo un ulteriore modo per “aprire gli occhi†al clero). Lo scontro alzò di volume, quindi, e voci di dissento spinte dal clero dirette a screditare Elemar si fecero sentire. Anche qui, i livelli erano comunque minimi, e figli di un attenta politica, anche qui, per “aprire gli occhi†ad Elemar.
Ahimè, una voce in particolare colpì il Paladino profondamente. Quella che considerava Elemar un po’ sprovvisto di gratitudine, visto che era stato elevato dal clero, lo stesso clero che Elemar combatteva a livello teologico.
Dentro di se, Elemar si era sempre sentito, prima di tutto, figlio di sua madre e di suo padre, e solo in secondo momento, del clero. Elemar partì quindi, per la prima volta, verso il luogo presunto della tomba di sua madre, nelle montagne. Partì da solo, di notte. Arrivato sul posto, non trovò nessuna tomba.
Scosso, tornò in città, e corse nel tempio per chiedere spiegazioni, ed è proprio quando stava arrivando verso le stanze principali dei sacerdoti che scomparve…

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Perla di Ahiren:

"Divertente.. potrei riassumere il cambiamento dalle varie edizioni con frasi chiave tipo:
2ed : A discrezione del Master!!
3ed: Aspetta devo controllare il manuale...
4ed: Ma siamo sicuri che SERVA il Master?"


12/03/2008, 11:39
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Messaggio Re: La Città di Firav
Tutto molto ben fatto e dettagliato.. solo una critica tecnica:non mi convince il contingente di donne guerriere Senith e il loro essere specializzate contro gli uomini e i non morti. Non solo perchè non ne vedo una connessione logica(maschio= non morto?) ma sopratutto dubito sulla validità di entrambe le scelte di nemici.
Contro gli uomini: cioè tirano dei poderosi calcioni nelle palle?!(lo so stò banalizzando).
Contro i non morti cioè in firav e terre limitrofe ce ne sono talmente tanti non solo da giustificare un contingente ma anche da poterlo allenare?
Oltre a questo devo ripetere che il tutto è molto "vivo" e "sentito" mi vien voglia di vivere un avventura in questo luogo(magari non come druido..).

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Sconvolto rimase il diavolo quando comprese quanto osceno fosse il bene e vide la virtù nello splendore delle sue forme sinuose.


21/03/2008, 22:13
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Messaggio Re: La Città di Firav
Giuste domande.
In realtà quando ho creato Firav, e tutta la parte militare, mi sono ovviamente ispirato alla mia campagna della 2ed.
Le Senith, lì, avevano una ragione per essere specializzate contro uomini e non morti.
L'allenamento vs uomini ha una ragione socio-politica: il campo militare è sempre stato considerato maschile, che sia nel fantasy o nel mondo reale.
L'unica maniera, in una società che si vuole militare, per oltrepassare questo maschismo è appunto fare in modo che la donna sia superiore all'uomo in uno scontro diretto. Ciò non significa "migliore soldato", ma solo "se provi a toccarmi ti apro in due", e da lì, arriva il rispetto. E anche l'onore per la donna, che sa di essere utile.
(inoltre nella campagna, le Senith furono una nuova addizione della regina, dopo secoli di soldati solo maschili, quindi, il cambiamento doveva essere violento ma efficace)

Per la facenda dei non-morti, è chiaro che nella mia campagna le truppe erano vicine ad un regno di non-morti.

E Firav ?
Beh, Firav è stata sviluppata come città e solo come città per una ragione semplice: ero stato appena introdotto, mica avrei sviluppato un paese intero.
Firav segue le tradizioni, a livello militare, del popolo seguace di Eraistos.
Ma chiaramente, questo Dio non è seguito SOLO a Firav.
E quindi, magari, nelle lande di origine del popolo, su Drakken, tale specializzazione verso i non-morti è necessaria.
Almeno, cosi intendo sviluppare la cosa, quando faremo le sedute sul mondo drakkeniano.

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Perla di Ahiren:

"Divertente.. potrei riassumere il cambiamento dalle varie edizioni con frasi chiave tipo:
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21/03/2008, 22:35
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