Talandra guardava il massacro, e non sapeva se ridere o stupirsi.
Ora aveva con se anche un Ogre come “aiutante”.
Aveva perso un cavallo, però.

La vergine (?) dei ghiacci, persa nei suoi pensieri, non tardò a rivolgerli ai propri compagni.
Chissà dov’erano ?
Se la stavano cavando, nel trovare la strada ?


(…)

“E adesso ?”
Kurg era impaziente, e non poco arrabbiato.
Avevano rinchiuso la porta, impedendo l’arrivo di questi strani “granchi”. Farovinto avrebbe voluto combatterli, e il mezz’orco accarezzava l’idea con piacere. Ma il resto del gruppo era contrario, soprattutto questi codardi di Paladini.
Bah!
Come pensavano di raggiungere l’uscita ? o di seguire il percorso ?
La mano, poi, era sparita!
Che branco di idioti incapaci. Forse era meglio lasciarli a marcire qui, nelle montagne.


(…)

I bambini erano entusiasti. Amavano questa strana donna dalla pelle biancastra e affascinante.
Grida di felicità, con alcuni che facevano mosse azzardate, quasi a replicare le sicure mosse dell’elfa in combattimento …
Il vecchio non continuò la storia, quella sera, il racconto avendo fatto spazio ai giochi dell’infanzia.
Era giusto darli una giorno intero di spensierata felicità. Avevano ancora tutta la loro vita per conoscere le preoccupazioni e i problemi dell’essere adulti.