Firav era stata raggiunta, ora, da tutto il gruppo.

Gli eroi erano stati accolti bene, il loro arrivo era un evento per il prode ed orgoglioso popolo.
Il ritorno di Elemar, poi, sembrava avere acceso molti sorrisi sui volti della gente comune.

Il Patriarca aveva, poi, accettato la proposta di mandare un gruppo di soldati con gli eroi, a perlustrare questa via d'uscita, che Talandra diceva esistere.

La Via.
I pensieri di Yanira svolazzarono su questo argomento.
Era ancora scioccata dalla Visione ricevuta.
Alkira, che si congratulava con lei. Sbagliando.
Le tombe che rappresentavano il tempo che aveva avuto il gruppo per trovare questa maledetta Via.
Più della metà erano sotto l'oscurità.
Va bene, ma in fondo, ormai il gruppo SAPEVA dove muoversi, no ?
La magia di Talandra avrebbe svelato loro la strada. Il tempo non era più un vero problema, il gruppo avrebbe trovato la Via prima del tempo limite.

Ma perché c'era un tempo limite ?
Forse per la salvaguardia del popolo di Shellar.
Forse, dopo, sarebbe stato troppo tardi, e la gente di Firav sarebbe arrivata tardi.
Lo stesso popolo che Yanira aveva giurato di proteggere e guidare.

(...)

(da qualche parte, in una buia ma ricca stanza)

"Mio Signore, la Veggente non è più a Shellar. Abbiamo la conferma."
L'uomo, sul trono, destò il suo sguardo. E con esso, il suo interesse ed il suo stupore.
"Scopri dove si trova. Sai cosa devi fare."

La creatura nell'ombra annuì.
Il Fato era forse potente, ma lontano da Shellar era vulnerabile, e si sarebbe spento come una fiammella...


(...)

"... e cosi iniziò l'ultimo viaggio del Gruppo della Fenice, continuò il vecchio, e con esso, i primi reali problemi."

I bambini, raccolti attorno al fuoco, aspettarono rapiti il seguito della storia.

cosa?
Ultimo viaggio raga io martedì non vengo così il master non mi ammazza

Quindi tutto sarebbe dipeso da questa spedizione se non avessero trovato una strada percorribile o almeno giudicata tale il loro viaggio sarebbe stato inutile...
...ma questo già lo sapeva.
Kurg non riusciva a non pensarci qualcosa nelle parole di quell'uomo non lo convincevano era una sensazione niente più, ma non riusciva a liberarsene.
A kurg sembrava che l'ostacolo più grosso sarebbe stato convincerli a partire non tanto trovare la strada.
Anche se in cuor suo sperava di sbagliarsi