Elemar era felice.

Era l'inizio di un viaggio lungo e probabilmente difficile.
Senza speranza, prima dell'arrivo della Pretessa di Shellar.
Ma ora, finalmente, un barlume di speranza irradiava sul proprio popolo.
Forse, dopo SECOLI di prigionnia, il fiero popolo di Firav sarebbe uscito dalle montagne.

Già.
Quanta speranza.
Quanto entusiasmo.
Se Elemar avesse però saputo le insidie che gli riservava il Fato, avrebbe portato con se tutto il gruppo ?
L'entusiasmo di Elemar lo acceccava. Era pari, in realtà, alla sua incoscienza.
Chiaramente, lui non poteva sapere, e nemmeno immaginare, l'enorme ostacolo che si sarebbe ritrovato davanti.

Il Fato, infatti, permetteva a questa missione impossibile una debole possibilità di successo.
Ma quello che avrebbero dovuto chiedersi i viaggiatori era "perché, proprio ora, era possibile trovare la Via di Firav ?"
In questa semplice domanda si nascondevano molte verità, e pericoli.

Pericoli che solo i pazzi avrebbero affrontati con consapevolezza.
Il gruppo si sarebbe trovato davanti alle sfide le più insidiose.
Scelte dolorose avrebbero dovute essere fatte.
E tutto questo per...
... per arrivare alla meta ?

No.
Prima di tutto, per la propria sopravvivenza.
Però, in fondo, i due scopi non erano poi cosi distanti l'uno dall'altro.