La battaglia aveva finalmente avuto inizio. Il tempo per i dubbi e le indecisioni si era compiuto ora tutto si sarebbe deciso con il ferro ed il sangue.
In fondo Kurg lo aveva sempre saputo, tutto si sarebbe fondato sul sangue.
Non voleva ammetterlo non voleva pensarci , ma ora il velo di menzogna era caduto.
La speranza di non dover pagare il prezzo di altre vite per la libertà del Lambyr si era dissolta irreversibilmente.
La carica inarrestabile dei nemici stava spazzando le già provate armate della Pretessa.
I soldati di Firav stavano morendo la disfatta era vicina.
Lontano dai compagni di battaglia, Corvo e Azael, Kurg capì che avrebbero affrontato la più difficile delle imprese. La nona vestale, la più pericolosa, si palesava davanti a loro.
I nemici li accerchiavano e la situazione era disperata.
La Pretessa doveva sopravvivere o le centinaia di morti sarebbero state vane.
Doveva fuggire con l’aiuto di Talandra mettersi in salvo.
La pretessa doveva lasciare la battaglia ormai l’esercito era sconfitto non restava che riunire i superstiti con l’altra armata, ma questo destino non apparteneva a Kurg.
Lui avrebbe affrontato la Vestale.
Doveva concedere alla pretessa la possibilità di mettersi in salvo.
La decisione era presa.
Risoluto come non mai Kurg serrò le mani sulla sua fidata ascia,l’arma di un antico re,fissò la Rovina e sorrise.
Sarebbe morto…Yanira lo sapeva, e lo sapeva da molto ora Kurg lo sapeva, ma non era spaventato da questo.
Kurg aveva paura, paura di non riuscire nella sua impresa. La morte non lo aveva mai spaventato, ma il fallimento lo atterriva.
Trasse un profondo sospiro e il terrore era sparito trasformandosi in determinazione.
Il Fato non era ancora stato scritto.

I soldati di Lonius li avevano circondati.
Lordi del sangue dei valorosi di Firav ormai sterminati pregustavano già il sapore di nuovo sangue.
Si avvicinavano convinti di ottenere una facile preda grazie alla superiorità numerica.
Una pallida elfa, una mezzorca ferita gravemente, un’umana ed un mezzorco,certo sembrava grosso, ma era pur sempre da solo.
I soldati con le spade sguainate attaccarono, ma il mezzorco fulmineo ne stese subito 3. Non si resero conto di nulla. In pochi istanti caddero sotto i colpi dell’ascia.
Kurg ha con strano sguardo, indecifrabile disse. “Pretessa fuggi con Talandra”.
“Kurg vieni anche tu con noi”. “Non preoccuparti vi raggiungo”.
Nel frattempo la Nona si avvicinava, Kurg si accorse che forse non li aveva notati. Cominciò a valutare la situazione. Sarebbero potuti fuggire assieme. “Ok, Janira andiamo”.
In salvo tra le mura della città fortificata li attendevano pochi soldati stanchi. Kurg aveva suonato il corno, ma nessun aiuto era arrivato. Dividersi era stato un errore.
Tentarono di organizzare un'ultima difesa sperando che l'esercito con i rinforzi arrivasse in tempo.
Purtroppo l'esercito della Nona non attese ed attaccò.
L'ennesimo massacro non rimaneva che fuggire.
Si diressero quindi verso il luogo in cui la Nona li attendeva stavolta Kurg avrebbe vendicato i caduti.
In groppa ad un destriero Kurg puntò diretto sul Nemico.
Azael stava già combattendo doveva sbrigarsi ancora pochi metri e avrebbe potuto aiutare suo "fratello". Non poteva mollare ora.