Prima che l'alba delineasse il profilo dei due eserciti, il sangue aveva già bagnato il bosco col sangue dei soldati.

Lo scontro divenne furioso e incessante per l'intera giornata.

Gli eserciti di Lonius erano in forte predominanza numerica, e potevano contare sulla protezione di pesanti e sicure armature.
Avevano ricevuto un addestramento continuo e disponevano di armi eccellenti.

Ma la coalizione del lambyr annoverava elfi, mezzelfi, mezzorchi e ranger che sapevano fare dei boschi notturni un campo di battaglia ottimale.

Forti di un'attacco a sorpresa con armi da lancio, i soldati della coalizione avevano ripiegato tra i boschi di Legiaradia attendendo la carica del nemico.

I soldati di Lonius erano poco inclini alla paura e al senso di debolezza nei confronti di una terra come quella del lambyr che avevano sottomesso per secoli e secoli...e la loro risposta fu una carica tra i boschi, dove la battaglia ebbe sangue da spargere.

I 200 mezzorchi fecero da diversivo e tennero la carica disordinata dei fanti pesanti, quattro volte superiori di numero.

I 500 cavalieri elfici fiancheggiarono l'avanzata della cavalleria pesante di lonius. Da soli costrinsero gli 800 cavalieri a ripiegare.

Gli elfi con le spade erano 300 e in 300 tennero banco ai soldati di Lonius con l'aiuto delle milizie cittadine delle cittadine del Lambyr.

le ranger erano 500, ma dovettero ripiegare contro i i cavalieri che raggiungevano quali le 900 unità. ciò nonostante non si diedero per vinte e continuarono a combattere.

tutti combatterono.
Daresdena con le ranger, Faro con i mezzorchi ed il suo arco finto, e Luyan con le milizie e guerrieri elfici.

Quando arrivò la sera tutti gli schieramenti si ritirarono esausti.
luyan era caduto vittima del CASTIMAGIO, ma il primo giorno di battaglia si era concluso con un'inaspettato vantaggio per il lambyr...

Faro sorrideva.
Daresdena seppelliva le ranger cadute.
Luyan sognava tremante...
...e la Pretessa era piena di speranza e dolore.

Nella stanza dove stava passando le ultime ore prima dell'alba, l'elfo camminava con passi leggeri, avanti e indietro, rasentando il muro sul quale si apriva la grande finestra priva di tendaggi. Il cielo era ancora scuro, ma le torce sulle pareti erano spente, e nella stanza regnava un buio nel quale i contorni delle cose erano appena percettibili. Ma non per il ranger. Il capo del silvano volgeva in basso, ad osservare il palmo aperto della sua mano destra e le due monete d'oro che riposavano immobili su di esso. "...Due Yanira... erano due..." mormora tra sé, ripensando al silenzio senza risposte che la pretessa del Fato gli aveva dedicato qualche ora prima.

L'Elite dei Moonblade è troppo sicuro di sè per pensare che ci sia un destino già scritto, e avrà bisogno di ben più di una prova prima di credere a tutte le parole della donna che abbandona la sua vita tra le trame del fato.

Dopo il basso mormorare del ranger, la fedele Mamylah sollevò il muso bianco per guardarlo perplessa - sempre che si possa leggere perplessità nell'espressione di una tigre - continuando a camminare al suo fianco.

Azhael non mancò di sentire il peso di quello sguardo e, dopo aver fatto scomparire le monete in una tasca della veste, dedicò una breve carezza al collo della grande bestia. "Sahn'neeh alihar laalfari, àrae Mamylah?!" [Noi lo piegheremo questo destino, vero Mamylah?!] sussurrò nell'elfico linguaggio all'animale che, sebbene non potesse capire il significato di quelle parole, dimostrò il suo assenso strofinando la testa contro il fianco del suo padrone.

e nonostante avesse tenuto fede al suo soprannome Helletrio Orlan'D'Elled detto il FaroVinto si sentiva nudo: la mano destra non stringeva l'arco di Lettral che l'aveva portato così lontano.

Cercò di pensare ad altro:
alla semplice tattica basata sulla vista crepuscolare del suo esercito
alla corsa sfrenata a capo di quei battaglione di forza troglodita
ma sopratutto all'inferiorità della razza umana, alla stupidità di quel popolo così spavaldo da credere di acchiappare un pipistrello in una grotta buia.

Alzò l'angolo della bocca
Abbassò lo sguardo sulla mezzelfa caduta in battaglia
Le chiuse gli occhi e glieli baciò.

Solo lei, la sera prima, l'aveva visto veramente nudo.

Più volte, quella notte, il sonno di Yanira era stato disturbato.
Sogni e visioni , premonizioni ed aspettative si mescolavano facendole perdere la cognizione di cosa fosse reale e cosa non lo fosse.
Tornando a misurare a passi veloci la superficie della stanza dell’obelisco si ritrovò a riflettere che nulla era effettivamente reale in ciò che vedeva. Luyan ne era stato la dimostrazione.
“ma perché non sa mai stare al suo posto???”picchiando stizzita la mano sull’obelisco dove il bassorilievo raffigurava il bardo sconfitto dall’emissario dell’Arcipretore.
Tutto ciò che stava cercando di fare aveva un’utilità relativa .Yanira si adoperava per modificare il corso degli avvenimenti, ma qualcuno a sua volta modificava ciò che lei aveva previsto.
Tornò a camminare e a riflettere mentre i suoi passi e la sua voce riecheggiavano nel tempio vuoto e fiocamente illuminato dalle torce. “ma come hanno fatto a non impazzire coloro che mi hanno preceduta???chiuse in questa TOMBA impotenti contro i vizi ed i capricci del fato! Io non rimarrò qui ancora…..”aggiunse poco convinta guardando le reliquie e le luci dell’alba che cominciavano a far capolino nel tempio.

Giocare una partita a scacchi contro il destino con pedine che si muovono autonomamente seguendo la propria prevedibile essenza, questa era l'immagine che Lorak aveva nella mente pensando alla situazione attuale.
Pur impegnandosi, vedeva ogni suo tentativo infrangersi contro le molteplici, e spesso contrastanti, volontà di troppi individui che si imponevano su altri, mossi da illogiche fossilizzazioni mentali.
Pronto per l'ennesimo tentativo di cambiare il destino, si ritrovò all'imbrunire ad osservare un ignaro mercante chiudere il proprio negozio, sospirò con gli occhi al cielo cercando approvazione: può un granello di sabbia lasciato cadere dalla cima di una montagna creare una frana tale da poter cambiare le sorti di una regione?....in quel momento si sentiva molto come il granello di sabbia con la determinazione di chi avrebbe tanto voluto esser macigno!
Si concentrò su quest'ultimo pensiero con la speranza che cambiando anche piccoli eventi nella fitta trama del destino, questi possano amplificarsi sempre più rendendo debole l'intreccio degli eventi a seguire.
Si coprì il volto e avanzò col favore dell'oscurità...

Il secondo giorno della battglia non sortì un esito differente dal primo.

Nei boschi di legiaradia le ranger, gli elfi e il piccolo manipolo dei mezzorchi tennero a bada e ricacciarono per la seconda volta i contingenti di Lonius.

La coalizione del lambyr aveva inflitto ancora dure perdite al nemico che si trovò costretto a ripiegare verso i confini...

Daresdena avrebbe portato a compimento il suo incarico.