Il tramonto esplodeva su tutta la piana intorno a Shellar, e lo spuntare di una nuova vegetazione era la cosa che più appagava Helletrio.

L'arancio che colorava le bianche mura cambiò presto in un giallo pallido: la luna era piena.
Uno scintillìo proveniente dalle dita gli ricordò l'inizio di questo viaggio e decise che era arrivato il momento di ritornare con la mente da colei che sua madre servì in passato: la principessa di Medull Cleorithiel Aastur iv'Aastur.

Una mano pesante interruppe il legame mentale, Helletrio si girò lentamente e con un debole sorriso guardò Kurg: " Ti saluta. Credo abbia bisogno di noi "
"Tu rimani qui?" chiese il colosso di giada.
"Questa notte mi sento completo, come solo poche volte è capitato nella mia vita, ora questa città è di nuovo un baluardo di prosperità."
" Abbiamo passato giorni in città umane corrotte dalla nomorte, resistito tenacemente a un assedio, siamo stati schiacciati dalle virtù del Male sotto forma di donne e...

...

... e abbiamo dubitato uno dell'altro."
"L'aria pura di questa notte è certamente migliore di quel tempio senza finestre rimasto chiuso per decine d'anni."

"Vabbè, svegliami se succede qualcosa và!" rispose Kurg di tutta fretta.

Un'ora dopo i due combattenti, uniti dalla stessa progenie umana, difendevano la loro Città, scandendo fiere risate sui latrati bestiali dei loro avversari.


Quel giorno Faro Vinto teneva fede al suo soprannome e sulle mura di Shellar ne era il simbolo vivente.