Era sera.

Farovinto, Kurg, e Iblond stavano per partire a fortificare i confini della Foresta, rifacendo crescere gli alberi, per impedire un eventuale invasione dell’esercito di Lonius.
Luyan, coraggiosamente e un po’ follemente, era andato a ricuperare il corpo di Lexadia ad Athanara.
Rimanevano, a Foglia Dorata, solo Yanira, Daresdena, Danoria … e lui stesso, ovviamente.
Ripensò alla sua giornata …

Con Daresdena i rapporti erano sempre stati buoni.
Capiva il suo stato d’animo, almeno in parte. Il dovere, il sacrificio, le lacrime per le compagne perse.
Ora Daresdena aveva qualcosa di concreto per il quale combattere. Una nuova pretessa (ma ai tempi c’era comunque Alkira) ; Shellar rinata ; e infine un idea di un Lambyr libero.
Yanira non sembrava così convinta di questa direzione politica, ma era quella, che, sue testuali parole, il Fato aveva scelto.

La situazione non era però rosea, e i tempi erano esigui.
Yanira conosceva poco del Lambyr, e della sua nuova carica. E di tante altre cose.
Da parte sua, Elemar doveva occuparsi di verificare che molte cose fossero a posto.

C’era la sicurezza.
Probabilmente la scomparsa delle armi nelle varie città del Lambyr era dovuto all’operato del Circolo Scarlato (non c’erano le prove schiaccianti, ma tutto indicava il loro operato).
E anche se alcune ranger avevano disertato, non erano affatto detto che tutte lo avessero fatto, anzi.
Stavamo parlando anche dell’operato della Vestale del Tradimento.
Elemar sapeva che sarebbe bastato un paio di traditrici per consegnare Shellar ad una possibile invasione del nemico, o anche per organizzare un tentativo di assassinio.

Elemar si assicurò che Daresdena si occupasse di stilare una lista completa di tutte le ranger fidate, e che queste facessero lo stesso per la lista completa di coloro (ranger) che sarebbero venute a Shellar.
La Pretessa non doveva per nulla al mondo rimanere indifesa, ovviamente, in alcun momento.
Questo non implicava avere sempre una ranger nel suo letto, chiaramente, ma qualcuno alla porta, si.
Danoria doveva essere protetta alla stessa maniera, anche, essendo, agli occhi del nemico, una potenziale candidata.

La discussione con Daresdena fu quindi piuttosto completa, ma rapida. Tutte le ranger più fidate dovevano poi passare, rapidamente, sotto l’esame del Cerchio di Verità (magia paladinica), sotto lo scrutinio delle loro superiori (Daresdena e altre), e l’individuazione del Male.
Si era deciso anche di mettere una fascetta al braccio delle Ranger che sarebbero state presente a Shellar. Un colore per ogni città di provenienza.
Chiunque avrebbe quindi potuto abbinare le Ranger alla loro città, e tutte le Ranger di una città dovevano ovviamente conoscere le loro compagne (della stessa città). Cosi facendo, nessuna Ranger sarebbe più sfuggita agli occhi delle altre: chiunque della stessa città avrebbe riconosciuto se una ranger fosse una sua compagna o meno. Le eventuali infiltrate sarebbero state scoperte subito, almeno di nascondersi sempre.
Ovviamente, tutte queste ranger sarebbero passate anche loro, prima di entrare a Shellar, ad uno scrutinio diretto e personale da parte di Daresdena ed Elemar.
C’era anche il discorso delle armi.
Sperava, in cuor suo, che Farovinto trovasse rapidamente dove esse fossero nascoste.
Visto che nessuna partenza, però, era prevista da parte di Yanira per oggi, Elemar aveva la possibilità, con Daresdena e Yanira/Danoria, di fare un scrutinio delle ranger di Foglia Dorata in pomeriggio, e cosi avrebbe fatto, per capire se c’erano ancora alcune potenziali “malvagie” rimaste.
E a questo punto, interrogarle anche con un Cerchio della Verità.
Inoltre, c’era da verificare lo stato delle armi rimaste, se bastavano ad armare e proteggere Shellar, durante la Cerimonia. Elemar verificò con Daresdena le armi rimaste, per farsi un idea, e parlò con le sue ranger fidate su eventuali informazioni sullo stesso argomento dalle altre città.

La mattinata passò quindi rapidamente, nelle varie discussioni con Daresdena e prime pianificazioni fondamentali.
A fine pomeriggio, dopo avere interrogato con calma le ranger di Foglia Dorata con la compagnia di Danoria (evento che prese il resto della giornata), Elemar e Danoria raggiunsero la casa di Iblond.
La Pretessa uscì mezz’ora dopo, visibilmente stanca.
Con un mezzo saluto ad entrambi, il Paladino prese la parola.

“Una dura giornata, a quanto vedo.
Ti fermi con noi a cena, Iblond, o intendi partire subito con Farovinto e Kurg ?” chiese sorridendo il Paladino.

Annuisco alla parole di Iblond.
"Fate buon viaggio, e che Eraistos vegli su di voi, nel caso di bisogno."

Poi mi rivolgo a Yanira.

"Andiamo a cenare in locanda ?"

"No" risponde secca per poi mordersi il labbro sfoggiare il più grazioso dei sorrisi di convenienza accompagnato da un accenno di inchino" ci aspetta l'ennesimo viaggio, Messer Elemar, ho bisogno di riposare e non ho appetito. Se volte scortarmi comunque in locanda ve ne sarò...grata" quindi in direzione di Iblond con un più sincero, seppur stanco, sorriso"grazie ancora, confido di rincontrarvi presto!"

“Certamente.” rispondo.

Il viaggio fino alla locanda procede silenziosamente, e, una volta arrivati alla locanda, e poco dopo alla stanza della Pretessa, entro dentro anch’io, i sensi (e Individuazione del Male) all’erta.

(NdR: questo implica entrare mentre la porta è ancora aperta, in quanto dubito che Yanira entri come un fulmine, tiri Danoria dentro, e la richiuda sul mio naso.
E' chiaro che non entro in maniera furtiva, ma decisa. Se la porta sta per chiudersi, per azione di Yanira o Danoria, la blocco semplicemente ma con decisione con una mano, tutto qui.
Per Marina: aspetto un tuo post per proseguire, anche se si tratta soltanto di osservarmi/ignorarmi mentre agisco. )

Yanira ti lascia controllare quello che ritieni opportuno facendo spallucce ma rimanendo attaccata alla porta nell'attesa che tu abbia finito ed esca

Dopo avere verificato rapidamente che tutto sia a posto, mi dirigo verso l'uscita (se Danoria cena con me, bene ; se preferisce dormire pure lei, fa lo stesso)

Approfitto del momento di solitudine con le due donne, sull’uscio della porta, per aggiungere una frase.

“Ora che Iblond è partito, cercate di essere sempre insieme, nei giorni a venire. Renderà la vostra protezione più semplice, e svierà anche gli eventuali sforzi dei nostri nemici di capire chi di voi due è realmente la Pretessa.
Ci sono ovviamente molte altre cose da discutere e concordare insieme, per la vostra sicurezza, ma per ora me ne occupo io. Quando sarete riposata, e disposta a venirne a conoscenza, non esitate a farmelo sapere.
Buona notte.” finisco sorridendo.

Esco, lasciando a Yanira richiudere la porta dietro di me, se non dice nient’altro.

L'indomani, Elemar si alzò come al solito alle prime luci dell'alba, e, una volta stroffinata l'armatura (dopo averla ripulita ieri sera, come di consueto), scende giù in taverna, e fa tranquillamente colazione.

Chiaccherando con le ranger in giro, verifica che tutto sia a posto, e poi aspetta pazientemente l'arrivo di Danoria e Yanira, nella sala principale.

Il giorno della partenza Yanira appare piuttosto nervosa, e non particolarmente loquace.

Le lunghe carovane per Shellar contano più di 400 ranger convogliate da Daresdena da diversi avamposti.

Oltre all'esercito e agli artigiani che lavoreranno per allestire preparare la cerimonia, diversie guardie capeggiate da Gundula e dal principe di Passo Amico.

Inoltre si aggiungono numerosi popolani lungo la strada. Molti di loro avevano una dimora a Shellar e l'avevano perduta. Sperano un giorno di veder rifiorire la città come la conoscevano prima.
Un baluardo di cultura, tolleranza e prosperità.
In molti vogliono vedere la Pretessa.
E molti vogliono poter lavorare a Shellar per i preparativi e prestare ogni tipo di aiuto.

La grande Carovana arriva a Shellar alle prime luci dell'alba, dopo quasi due giorni di cammino.

Entrano dalle porte della città un totale di circa un migliaio di cittadini della Valle Boscosa. Umani e mezzelfi. Tutti credono nella Pretessa e nel suo seguito. E magari un giorno anche gli elfi potrebbero ritornare in pace nella Valle...

La mia decisione era presa......dopo essermi consultato con Iblond ed essermi assicurato che nn potrò fare del male a nessuno andrò a recuperare il corpo della mia cara amica Lexadia x dargli degna sepoltura.......La voglia di vendetta è molta, pure quella di recuperare il mio equipaggiamento, ma Iblond mi ha messo in guardia e starò molto attento, cercherò informazioni mi infiltrerò e percepirò di le intenzioni dell'arconte.
Visto l'ardua impresa e la preoccupazione x mia famiglia passrò prima dal circo delle stelle per riprendermi un pò, raccontare le mie avventure a Thurmas e chiedere consiglio in più gli dirò di mettersi in cammino x Shellar così darò omaggio alla ptretessa Yanira e cercheremo di farla ripopolare spergendo la voce alla povera gente e scortandola.
Prima di partire saluto i miei cari compagni e gli auguro buona fortuna.....

Durante i due giorni, Elemar si occupò della protezione delle due donne, in simbiosi con Daresdena e le sue Ranger più fidate.

Per evitare di dovere fare uno screening lento alle porte di Shellar, di tutta questa nuova gente, il Paladino fece più volte il giro di tutta questa gente, con Individuazione del Male, senza però dare nell'occhio quando una presenza si manifestava ai suoi occhi.
Si fermò davanti alle donne più bisognose, aiutandole come poteva, e scrivendo il loro nome (e della loro famiglia) su un foglio di pergamena con piuma e inchiostro.
Mentre, nel frattempo, salutava un po' a caso la gente, in modo anche da avere una scusa per segnarsi il nome di eventuali presenze malvagie nella carovana.

Durante il viaggio, non era consentito a Danoria e Yanira di allontanarsi, ne di mischiarsi alla folla.
Gli ordini erano chiari, e il Paladino sapeva che Daresdena li avrebbe rispettati: il viaggio era uno dei momenti più pericolosi per la loro incolumità.
Chiunque avrebbe potuto colpire e ucciderle, in quanto c'era gente di ogni parte e provenienza.

Il Paladino non proferì parola alle due donne, se non interpellato direttamente o tranne per la cortesia abitudinale, durante il viaggio.

(Marina, se hai qualcosa da aggiungere, fai pure, altrimenti proseguo con l'organizzazione dell'arrivo su Shellar )

(tranquillo procedi pure )

L’arrivo a Shellar, finalmente.

Per fortuna, il viaggio si era svolto senza problemi.
Elemar aveva la lista delle persone problematiche e in bisogno d’aiuto.
Prima di fare entrare la gente a Shellar, Elemar andò in avanscoperta con le ranger più fidate e sottoposte, per ripulire la città di eventuali presenze, mentre Daresdena rimaneva a protezione della Pretessa e di Danoria.
Le Ranger si mossero per gruppi di 10 unità, quartiere per quartiere, mentre Elemar sorvegliava il loro progresso dall’alto, in volo.
Sapeva che la gente avrebbe guardato al Paladino con occhi di stupore, per il suo mantello di fiamme, ma era anche voluto.
Un assaggio, in un certo senso, del miracolo che si stava per compiere: la nomina ufficiale di una nuova Prestessa!
Elemar sapeva che questo segno premonitore avrebbe riscaldato gli animi, e dato fiducia, se mai ne mancasse, a questa gente.

Le ranger dovevano proseguire con un rastrellamento a tappeto, ma non in una sola volta.
Mentre una cinquantina esplorava i quartieri, casa dopo casa, un altro centinaio sorvegliava il perimetro dei quartieri ripuliti, impedendo a chiunque di passare.
Le Ranger avevano ordine di verificare l’ordine della città partendo da Ovest, e, a girare, fino a ricongiungersi con le altre.

Cosi facendo, Elemar limitava le problematiche di un possibile caos dovuto a gruppi di esplorazione troppo distanti tra di loro.
(considero che non ci siano troppi problemi di pulizia, vista la tecnica usata, in caso, se ne parla a parte)
Una volta la città sicura, la metà delle Ranger ebbe come compito la difesa delle mura esterne, mentre il rimanente si occupava dell’ordine cittadino, aiutando, quando necessario, la gente nel trovarsi una nuova casa, e prepararla al meglio.
Elemar, con altre 4 ranger delle più fidate, proseguì, con Danoria e Yanira, alla verifica dell’integrità del Tempio di Shellar.
Anche delle stanze segrete.
La zona centrale, l’isola appunto, nel quale si trovava il Tempio sarebbe stata, per ora, off-limits per un paio di giorni, al popolo di Shellar, il tempo di conoscere meglio il terreno, preparando al meglio la zona da un eventuale attacco, sia di massa, sia da parte di un singolo assassino.
Solo le ranger più fidate avrebbero preso parte alla sua difesa (non più di una cinquantina).
Il primo giorno passò quindi rapidamente con tutti i lavori da fare, e la sera Elemar la dedicò ad eventuali domande o discussioni con le due donne (sempre che ce ne fossero). In alternativa, avrebbero partecipato all’interrogatorio delle persone “sospette”, come già fatto a Foglia Dorata con Danoria.
Chi sarebbe stato “scoperto”, sarebbe stato mandato in prigione, sotto le cure di Daresdena per un più spinto interrogatorio se necessario (non lo dico e non lo propongo nemmeno, ma lei fa quello che vuole :-p), e giustiziato l’indomani senza indugi.

(Passati due giorni cosi, a mettere a posto Shellar e ad interrogare i sospetti, se Yanira rimane sempre muta, le parlo il terzo giorno, all’alba)