Buio.
La prima cosa che ricordo della mia vita è che avevo fame e mia madre non era riuscita a trovare nient'altro quel giorno.
Riuscii a catturare qualcosa di viscido, ancora vivo.
Sentivo che scendeva nella pancia continuando a muoversi nel mio stomaco. Poi lentamente si fermò.
Camminavo a piedi scalzi sul freddo pavimento nero, cercando di far stare in equilibrio un vassoio con dei bicchieri blu.
Degli occhi violacei mi fissavano: "Grazie piccolo bastardo"
Ricordo che dovevo stare in mezzo a due grossi funghi mentre le piccole ombre nere mi tiravano dei gusci fosforescenti. Ridevano.
Quando colpivano un fungo, le spore si depositavano sulla mia pelle. "Guarda il bastardo luminoso!"
Seppur bambino non potevo piangere, l'ultima volta che lo feci fui messo in una scatola di legno piena di ragni, mentre sentivo mia madre che urlava per le frustate.
"Se piangi bastardo tua madre soffre!"
Poi il chaos.
Le piccole ombre nere persero la testa e una creatura di metallo con la barba mi prese e mi legò sulla sua schiena.
Luce.